Nella diagnosi e nel trattamento delle patologie biliari, lo sviluppo della tecnologia endoscopica si è costantemente concentrato sugli obiettivi di maggiore precisione, minore invasività e maggiore sicurezza. La colangiopancreatografia retrograda endoscopica (CPRE), il cavallo di battaglia della diagnosi e del trattamento delle patologie biliari, è da tempo ampiamente accettata per la sua natura non chirurgica e minimamente invasiva. Tuttavia, quando si tratta di lesioni biliari complesse, una singola tecnica spesso non è sufficiente. È qui che la colangioscopia transepatica percutanea (PTCS) diventa un complemento cruciale alla CPRE. Questo approccio combinato "a doppio endoscopio" trascende i limiti dei trattamenti tradizionali e offre ai pazienti un'opzione diagnostica e terapeutica completamente nuova.
Sia l'ERCP che il PTCS hanno competenze specifiche.
Per comprendere appieno la potenza dell'uso combinato del doppio endoscopio, è necessario innanzitutto comprendere appieno le capacità uniche di questi due strumenti. Sebbene entrambi siano strumenti per la diagnosi e il trattamento delle patologie biliari, impiegano metodi distinti, creando una perfetta complementarietà.
ERCP: una perizia endoscopica che entra nel tratto digerente
ERCP è l'acronimo di Colangiopancreatografia Retrograda Endoscopica. Il suo funzionamento è simile a un metodo indiretto. Il medico inserisce un duodenoscopio attraverso la bocca, l'esofago e lo stomaco, raggiungendo infine il duodeno discendente. Il medico individua le aperture intestinali dei dotti biliari e pancreatici (la papilla duodenale). Un catetere viene quindi inserito attraverso la porta per la biopsia endoscopica. Dopo l'iniezione di un mezzo di contrasto, viene eseguita una radiografia o un'ecografia, che consente una diagnosi visiva dei dotti biliari e pancreatici.
Su questa base,ERCPPuò anche eseguire una serie di procedure terapeutiche: ad esempio, dilatare i dotti biliari ristretti con un palloncino, aprire i passaggi ostruiti con stent, rimuovere calcoli dal dotto biliare con un apposito cestello e prelevare tessuto malato per analisi patologiche utilizzando una pinza per biopsia. Il suo principale vantaggio risiede nel fatto che opera interamente attraverso la cavità naturale, eliminando la necessità di incisioni superficiali. Ciò consente un rapido recupero postoperatorio e un minimo disagio per il corpo del paziente. È particolarmente adatto per il trattamento di problemi dei dotti biliari in prossimità dell'intestino, come calcoli nel dotto biliare comune medio e inferiore, stenosi del dotto biliare inferiore e lesioni alla giunzione pancreatica e biliare.
Tuttavia, l'ERCP ha anche i suoi "punti deboli": se l'ostruzione del dotto biliare è grave e la bile non può essere scaricata senza problemi, il mezzo di contrasto avrà difficoltà a riempire l'intero dotto biliare, il che influenzerà l'accuratezza della diagnosi; per i calcoli del dotto biliare intraepatico (in particolare calcoli situati in profondità nel fegato) e stenosi del dotto biliare in posizione alta (vicino all'ilo epatico e sopra), l'effetto del trattamento è spesso notevolmente ridotto perché l'endoscopio "non può raggiungere" o lo spazio operatorio è limitato.
PTCS: un pioniere percutaneo che sfonda la superficie del fegato
La PTCS, o coledocoscopia transepatica percutanea, impiega un approccio "dall'esterno all'interno", in contrasto con l'approccio "dall'interno all'esterno" della CPRE. Sotto guida ecografica o TC, il chirurgo punge la cute del torace destro o dell'addome del paziente, attraversando con precisione il tessuto epatico e accedendo al dotto biliare intraepatico dilatato, creando un tunnel artificiale "cute-fegato-dotto biliare". Un coledocoscopio viene quindi inserito attraverso questo tunnel per osservare direttamente il dotto biliare intraepatico, eseguendo contemporaneamente trattamenti come la rimozione di calcoli, la litotrissia, la dilatazione di stenosi e il posizionamento di stent.
L'"arma vincente" della PTCS risiede nella sua capacità di raggiungere direttamente le lesioni del dotto biliare intraepatico. È particolarmente indicata per affrontare "problemi profondi" difficili da raggiungere con la CPRE: ad esempio, calcoli biliari giganti di diametro superiore a 2 cm, "calcoli multipli" disseminati in più rami del dotto biliare intraepatico, stenosi del dotto biliare in posizione elevata causate da tumori o infiammazioni e complicanze complesse come stenosi anastomotiche e fistole biliari che si verificano dopo chirurgia biliare. Inoltre, quando i pazienti non sono in grado di sottoporsi a CPRE per motivi quali malformazione papillare duodenale e ostruzione intestinale, la PTCS può fungere da alternativa, drenando rapidamente la bile e alleviando l'ittero, guadagnando così tempo per il trattamento successivo.
Tuttavia, la PTCS non è perfetta: poiché richiede una puntura sulla superficie corporea, possono verificarsi complicazioni come sanguinamento, perdita di bile e infezioni. Il tempo di recupero postoperatorio è leggermente più lungo rispetto alla ERCP e la tecnologia di puntura e la precisione della guida per immagini impiegate dal medico sono estremamente elevate.
Una combinazione potente: la logica del “funzionamento sinergico” con la combinazione a doppio ambito
Quando i "vantaggi endovascolari" della CPRE e i "vantaggi percutanei" della PTCS si incontrano, i due non si limitano più a un singolo approccio, ma formano un quadro diagnostico e terapeutico che "colpisce sia l'interno che l'esterno del corpo". Questa combinazione non è una semplice aggiunta di tecnologie, ma piuttosto un piano personalizzato "1+1>2" su misura per le condizioni del paziente. Si compone principalmente di due modelli: "sequenziale combinato" e "simultaneo combinato".
Combinazione sequenziale: “Prima apri il percorso, poi il trattamento preciso”
Questo è l'approccio combinato più comune, che in genere segue il principio "prima il drenaggio, poi il trattamento". Ad esempio, per i pazienti con ittero ostruttivo grave causato da calcoli del dotto biliare intraepatico, il primo passo è stabilire un canale di drenaggio biliare attraverso la puntura PTCS per drenare la bile accumulata, alleviare la pressione epatica, ridurre il rischio di infezione e ripristinare gradualmente la funzionalità epatica e le condizioni fisiche del paziente. Una volta stabilizzate le condizioni del paziente, viene quindi eseguita una CPRE dal lato intestinale per rimuovere i calcoli nel dotto biliare comune inferiore, trattare le lesioni della papilla duodenale e dilatare ulteriormente la stenosi del dotto biliare utilizzando un palloncino o uno stent.
Al contrario, se un paziente si sottopone a CPRE e riscontra calcoli epatici residui o stenosi di grado elevato non trattabili, la PTCS può essere utilizzata per completare il "lavoro di rifinitura" in un secondo momento. Questo modello offre il vantaggio di un "approccio graduale con rischi gestibili", rendendolo particolarmente adatto a pazienti con patologie complesse e patologie preesistenti.
Operazione combinata simultanea: “Operazione simultanea a doppio ambito,
Soluzione unica”
Per i pazienti con una diagnosi chiara e una buona tolleranza fisica, i medici possono optare per una procedura "combinata simultanea". Durante lo stesso intervento, i team di ERCP e PTCS lavorano insieme. Il chirurgo ERCP utilizza l'endoscopio dal lato intestinale, dilatando la papilla duodenale e posizionando una guida. Il chirurgo PTCS, guidato dall'imaging, punge il fegato e utilizza il coledocoscopio per localizzare la guida posizionata dall'ERCP, ottenendo un allineamento preciso dei "canali interno ed esterno". I due team collaborano quindi per eseguire la litotrissia, la rimozione dei calcoli e il posizionamento dello stent.
Il principale vantaggio di questo modello è che affronta più problematiche con un'unica procedura, eliminando la necessità di più anestesie e interventi chirurgici, riducendo significativamente il ciclo di trattamento. Ad esempio, per i pazienti con calcoli sia del dotto biliare intraepatico che del dotto biliare comune, la PTCS può essere utilizzata contemporaneamente per rimuovere i calcoli intraepatici e la CPRE per trattare i calcoli del dotto biliare comune, eliminando la necessità per i pazienti di sottoporsi a più cicli di anestesia e interventi chirurgici, migliorando significativamente l'efficacia del trattamento.
Scenario applicabile: quali pazienti necessitano della combinazione Dual-Scope?
Non tutte le patologie biliari richiedono l'imaging combinato a doppio endoscopio. L'imaging combinato a doppio endoscopio è indicato principalmente per i casi complessi che non possono essere trattati con un'unica tecnica, tra cui principalmente:
Calcoli complessi delle vie biliari: questo è lo scenario applicativo principale per la TC combinata a doppio endoscopio. Ad esempio, pazienti con calcoli sia delle vie biliari intraepatiche (in particolare quelli localizzati in sedi remote come il lobo laterale sinistro o il lobo posteriore destro del fegato) sia delle vie biliari comuni; pazienti con calcoli duri di diametro superiore a 2 cm che non possono essere rimossi con la sola CPRE; e pazienti con calcoli incastrati in dotti biliari ristretti, che impediscono il passaggio degli strumenti per la CPRE. Utilizzando la TC combinata a doppio endoscopio, la TC "frammenta" i calcoli di grandi dimensioni e rimuove quelli ramificati dall'interno del fegato, mentre la CPRE "ripulisce" i dotti inferiori dall'intestino per prevenire la presenza di calcoli residui, ottenendo una "completa rimozione dei calcoli".
Stenosi dei dotti biliari di alto livello: quando le stenosi dei dotti biliari si trovano sopra l'ilo epatico (dove si incontrano i dotti epatici sinistro e destro), gli endoscopi per la CPRE sono difficili da raggiungere, rendendo difficile valutare accuratamente la gravità e la causa della stenosi. In questi casi, la CPRE consente la visualizzazione diretta della stenosi attraverso i canali intraepatici, consentendo alle biopsie di confermare la natura della lesione (come infiammazione o tumore) eseguendo contemporaneamente la dilatazione con palloncino o il posizionamento di uno stent. La CPRE, d'altra parte, consente il posizionamento di uno stent al di sotto, che funge da relè per lo stent della CPRE, garantendo il drenaggio senza ostruzioni dell'intero dotto biliare.
Complicanze postoperatorie della chirurgia biliare: dopo la chirurgia biliare possono verificarsi stenosi anastomotica, fistola biliare e calcoli residui. Se il paziente presenta gravi aderenze intestinali dopo l'intervento chirurgico e non è possibile eseguire una CPRE, è possibile utilizzare la PTCS per il drenaggio e il trattamento. Se la stenosi anastomotica è localizzata in alto e la CPRE non può dilatare completamente, la PTCS può essere combinata con la dilatazione bilaterale per migliorare il tasso di successo del trattamento.
Pazienti che non tollerano un singolo intervento chirurgico: ad esempio, i pazienti anziani o i pazienti con gravi patologie cardiopolmonari non possono sopportare un singolo intervento chirurgico lungo. La combinazione di doppi specchi può suddividere l'intervento complesso in "mininvasivo + mininvasivo", riducendo i rischi chirurgici e il carico fisico.
Prospettive future: la “direzione di aggiornamento” della combinazione a doppio ambito
Con i progressi tecnologici, la combinazione di ERCP e PTCS continua a evolversi. Da un lato, i progressi nella tecnologia di imaging consentono punture e procedure più precise. Ad esempio, la combinazione di ecografia endoscopica intraoperatoria (EUS) e PTCS può visualizzare la struttura interna del dotto biliare in tempo reale, riducendo le complicanze della puntura. Dall'altro, le innovazioni negli strumenti rendono il trattamento più efficiente. Ad esempio, coledocoscopi flessibili, sonde per litotripsia più resistenti e stent bioriassorbibili consentono la combinazione di due endoscopi per trattare lesioni più complesse.
Inoltre, la "combinazione di doppio endoscopio robotizzato" si è affermata come una nuova direzione di ricerca: utilizzando sistemi robotici per controllare endoscopi e strumenti di puntura, i medici possono eseguire procedure delicate in un ambiente più confortevole, migliorando ulteriormente la precisione e la sicurezza chirurgica. In futuro, con la crescente adozione della collaborazione multidisciplinare (MDT), ERCP e PTCS saranno ulteriormente integrate con la laparoscopia e le terapie interventistiche, offrendo opzioni di diagnosi e trattamento più personalizzate e di alta qualità per i pazienti con patologie biliari.
La combinazione a doppio endoscopio di ERCP e PTCS supera i limiti di un approccio a percorso singolo per la diagnosi e il trattamento delle vie biliari, affrontando numerose patologie biliari complesse con un approccio mininvasivo e preciso. La collaborazione di questo "duo di talento" non solo riflette il progresso della tecnologia medica, ma incarna anche l'approccio incentrato sul paziente alla diagnosi e al trattamento. Trasforma ciò che un tempo richiedeva una laparotomia maggiore in trattamenti mininvasivi con meno traumi e un recupero più rapido, consentendo a un maggior numero di pazienti di superare le proprie patologie mantenendo una migliore qualità di vita. Crediamo che con i continui progressi tecnologici, la combinazione a doppio endoscopio sbloccherà ancora più funzionalità, aprendo nuove possibilità alla diagnosi e al trattamento delle patologie biliari.
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Data di pubblicazione: 14-11-2025






